Tutte le strade portano a Jeremy Fish. Una collezione di opere dell’artista realizzate a Roma.
Ibridi visionari frutto della sua fantasia, nelle opere di Jeremy Fish gli animali hanno sembianze umane. Spesso, però, del volto non rimane che la scorza sottostante, il teschio, rivisitato in chiave ironica. Non più emblema funereo, ma giocattolo divertente. Capovolto, è una casetta volante, da cui si affaccia una graziosa fanciulla. Una scena così innocua da evocare immagini fanciullesche. Ma non è la versione sdolcinata, oggi sempre più inflazionata, di un ex ribelle. Niente romanticismi o falso buonismo. Al contrario, è un’operazione, molto raffinata, di remix estetico. Perché, nella società dello spettacolo, si può solo cortocircuitare l’esistente. Allora, anche gli stereotipi più consumati rivelano aspetti sconosciuti. Più si osa nella contaminazione, fino a sfiorare il paradosso, più l’effetto sorpresa è garantito. Un po’ come ricucire il tessuto slabbrato di una vecchia fiaba con pezzi di altre storie.